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L'orto botanico di Padova

The Botanical Garden of Padua

L’orto botanico di Padova nasce da un’esigenza degli abitanti e si è trasformato, dopo quasi 500 anni, in una vera e propria meta di destinazione, tanto da essere riconosciuto nel 1997 come Patrimonio Mondiale dell’umanità dall’UNESCO (a cui nel 2021 si è aggiunto anche il ciclo pittorico del ‘300).

Ma qual era questa esigenza?

Bisogna pensare che nel 16° secolo la scienza della medicina e dei medicamenti in generale era basata quasi esclusivamente sull’uso di erbe “curative”, ma frequenti erano gli errori nel riconoscimento di queste piante o le frodi da parte di commercianti senza scrupoli.
Fu così che l’Università di Padova, tramite il professore Francesco Bonafede, decise di istituire un orto medicinale dove poter coltivare e studiare le piante locali o esotiche. Vista la rarità di alcune di queste l’intero perimetro dell’orto venne protetto da un muro di cinta, presente ancora oggi.

Questo genere di tutela che assunse l’intera città di Padova, unita alla vicinanza con Venezia, dal cui porto transitavano piante e erbe di ogni tipo fece la fortuna dell’orto botanico di Padova. Ad oggi l’orto botanico non ha perso il suo significato originale e continua ad essere un luogo di raccolta di una grande varietà di piante, che qui vengono osservate e studiate. Il centro ne accoglie più di 3500.


Come detto in precedenza l’orto botanico di Padova è anche una vera meta di destinazione sia per i turisti che per gli abitanti della città, essendo completamente visitabile e grazie anche ai numerosi percorsi interni da cui apprendere e ispirarsi. Menzione particolare va al “Giardino della biodiversità”, progetto espositivo dell’Orto, dove il visitatore può letteralmente viaggiare per il mondo: partendo da domande semplici come “Che cos’è un essere vegetale?” si viene accompagnati in un percorso di conoscenza tra i vari climi e zone del pianeta, in quello che è un vero e proprio simulatore di “ambienti e mondi diversi”. Scoprendo che, in fondo, l’intelligenza umana e quella vegetale hanno molto… molto in comune.